quando muore un bambino siamo tutti sconfitti

Ieri al campo di Tor de’ Cenci un bambino di pochi mesi è rimasto fulminato.

Un frigorifero in un container, una scatola di latta; un pavimento sfondato rinforzato da una lastra di ferro; un impianto elettrico senza messa a terra e con un interruttore differenziale fuori uso.

Non un campo abusivo, ma nel Campo di Tor de’ Cenci, dove in una struttura loro concessa dalle giunte comunali, prima di sinistra e poi di destra,  sono ammassate decine di famiglie (oltre 400 persone).

Manutenzione delle strutture in quel campo non c’è da anni.

Anche perché la deportazione dei residenti del campo di Tor de’ Cenci (verso non si sa dove) è nell’agenda dell’assessore alle politiche sociali Sveva Belviso.

Le famiglie del campo di Tor de Cenci sono residenti storici del quartiere, i loro figli sono nati qui ed hanno frequentato la scuola con i nostri figli.  In origine profughi di guerra della ex Jugoslavia, in gran parte ormai sono nati e cresciuti a Roma e nel quartiere.

Nel dolore per questa morte chiediamo a gran voce che nel futuro delle famiglie del Campo di Tor de’ Cenci ci sia una abitazione degna di questo nome, ci sia la possibilità dell’accesso al lavoro ed allo studio.

Rifiutiamo la logica perversa del Piano Nomadi perseguita dalla giunta Alemanno.
Chiediamo vere politiche sociali non slums, non deportazioni da un ghetto ad un altro ghetto più lontano dai nostri occhi.
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Il comunicato della Federazione Romanì sull’episodio.

Continua la strage di bambini rom

Pubblicato il 3 agosto 2011

Oggi pomeriggio a Roma al campo nomadi di Tor de Cenci un altro bambino rom muore folgorato da un cavo elettrico nella sua roulotte.

Parlare di incidenti da tempo non ha più senso, si tratta di una strage istituzionale di bambini rom, una strage con visibili responsabili morali.

Nelle prossime ore e nei prossimi giorni per questa strage di bambini rom registreremo denunce ed indignazioni, promesse e buoni propositi, ma concretamente nulla cambierà perché ogni tentativo di vero cambiamento per migliorare le condizioni della popolazione romanì è ostacolato.

La Federazione romanì ha formulato proposte concrete e più volte le abbiamo sollecitato con determinazione alla politica, alle istituzioni e alla società civile, ma non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare.

La Federazione romanì, partecipando al dolore dei familiari della giovane vittima, invita tutti alla collaborazione per avviare un radicale cambiamento rispetto al passato, una collaborazione chiara, concreta e con “impegno umano” per dare alla popolazione romanì migliori condizioni di vita.

Il presidente – Dott. Nazzareno Guarnieri

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Bimbo rom, lacrime e tensione – “Basta campi insicuri”
Tor de’ Cenci: da campo nomadi “modello” a campo “tollerato”. Ecco cos’è cambiato

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3 risposte a quando muore un bambino siamo tutti sconfitti

  1. Piero Colacicchi ha detto:

    E’ indispensabile ricordare le leggi razziali, ma bisogna anche rendersi conto che il numero di giovani e bambini Rom morti ( spesso bruciati vivi) nei campi per nomadi in Italia negli ultimi vent’anni supera di gran lunga il numero di Rom italiani uccisi durante il fascismo.
    Il “campo per nomadi” uccide.

    • hiddenside ha detto:

      Grazie per il commento.
      Sul tema avevamo scritto anche questo: a roma come a Gaza. Di piano nomadi si muore.

      Il numero dei Rom in Italia morti per le Leggi razziali però è tutt’altro che trascurabile.
      Sicuramente più di una decina di migliaia solo in Italia (stiamo parlando di percentuali a due cifre sul totale della popolazione).
      Senza contare le deportazioni in Germania e le vittime in Croazia, Albania e Grecia.

  2. acisotto ha detto:

    anche me mi piace molto che bambino rom muore a roma non ce sicureza nel campo

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